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Osteopatia come Medicina di Terreno- Qual'è la tua biotipologia?

Aggiornamento: 21 apr 2020

Questa idea che l'individuo sia un unicum super affascinante mi piace proprio tanto, forse è questo il motivo per cui ho sposato la filosofia osteopatica dove, per il trattamento dei disturbi dei pazienti, non esistono protocolli fatti e finiti, uguali per tutti. Esiste, invece, un bagaglio di tecniche da usare in maniera differente su ogni paziente, così da rendere il trattamento assolutamente coerente con le necessità del paziente stesso per ottenere una maggiore efficacia. La visione osteopatica è sempre stata aperta a considerare l'individuo nella sua globalità ma, questo concetto è stato approfondito ed ampliato negli ultimi dieci anni quando, Mauro Fornari, osteopata e direttore del C.I.O. Parma (con cui ho avuto la fortuna di studiare) ha elaborato, con un gruppo di studio, il concetto di medicina di terreno. Di che cosa si tratta? semplicemente dell'individuazione di diverse biotipologie di appartenenza. Sono state individuate, per la precisione, 6 biotipologie in base al differente sviluppo dei foglietti embrionali. L'embrione è il risultato della sovrapposizione di tre foglietti embrionali, endoderma, mesoderma ed ectoderma. Ognuno di questi foglietti darà origine a due tipologie con matrice comune ma polarità opposte:


  • Dal foglietto ectodermico, il "melanconico" ed il "nervoso"

  • Dal foglietto mesodermico, il "bilioso" ed il "sanguigno"

  • Dal foglietto endodermico, il "flemmatico" e il "linfatico"


Gli studi hanno dimostrato che la condizione infiammatoria si manifesta in maniera differente nei pazienti, a seconda della biotipologia di appartenenza.

Per questo è interessante sapere qual'è la nostra biotipologia, da osteopati per rendere il trattamento ancor più personalizzato ed efficace, da paziente per conoscere le proprie caratteristiche fisiche e psichiche per poter agire in maniera preventiva.

Posto che le biotipologie "pure" sono estremamente rare, mentre è molto comune identificarsi con caratteristiche di diverse biotipologie, come individuare la propria?

Ecco alcune indicazioni:




  • Melanconico è agile e leggero, con ossa sottili e poca massa muscolare e tessuto adiposo. Ha poca forza e poche energie. Predilige attività mentali, è un pensatore e un abile analizzatore e stratega. Risente di malattie da raffreddamento, lombalgie, ernie discali, emicrania e disturbi gastrici cronici.

  • Nervoso è longilineo con ossa lunghe e grosse, con evidente sviluppo muscolare. Anche in lui prevale la componente cerebrale ma, a differenza del melanconico, ha l'esigenza di dedicarsi ad un' intensa attività fisica di resistenza ( per scaricare la tensione nervosa). Può sviluppare emicrania, cefalee, insonnia ed irritabilità, ernie cervicali e lombari, pubalgie e cistiti (per le donne).


  • Bilioso è muscoloso con spalle larghe e addome tonico. Energico, spesso collerico, con voce forte e vivace, dinamico ed iperattivo.Può sviluppare allergie, attacco ischemico ed ictus.

  • Sanguigno ha un buon tono muscolare ma con addome prominente e braccia e gambe spesso corte rispetto al tronco. La cute si arrossa facilmente nei cambi di temperatura o in seguito a stress. E' estroverso e socievole. Può soffrire di deficit delle funzioni del metabolismo epatico e digestivo.


  • Flemmatico presenta un'importante massa corporea, predilige uno stile di vita sedentario ed è alla continua ricerca di cibo. E' introverso, territoriale, con scarsa propensione al contatto. Può avere problemi al sistema muscolare, all'apparato digerente e al metabolismo di zuccheri e carboidrati.

  • Linfatico é longilineo in gioventù con la tendenza ad "allargarsi" dopo i 40 anni, le donne tendono a sviluppare cellulite e stasi linfatica. Poco emotivo, timido e gentile, con movenze lente e buona capacità analitica. Tende a sviluppare disturbi del tratto digerente, delle ghiandole endocrine e delle mucose di vescica ed uretra.






Informazioni tratte da " Osteopatia come medicina di terreno"- Fornari, Garoli, Gozzi, Guizzardi, Martini, Matassoni - ed. Piccin

e da "Osteopatia Magazine"





 
 
 

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